Il malessere

Si rendono necessarie due premesse per introdurre questa parte. La prima riguarda la necessità di parlare dei sintomi inquadrandoli in ‘categorie’ in cui le persone possano riconoscere e dare un nome al loro malessere. Categorie diagnostiche che spesso però nella realtà si sovrappongono o non sono poi così nettamente separabili come potrebbe sembrare.
La seconda è che parlare di sintomatologia in maniera slegata dalla comprensione della personalità che la esprime, è spesso privo di utilità e fuorviante.
Analoga sintomatologia può essere infatti espressa da strutture di personalità molto diverse, e quindi rimandare a nuclei conflittuali altrettanto diversi.
Come giustamente sottolineato dal PDM (manuale diagnostico psicodinamico) “la personalità è ciò che si è, non ciò che si ha”
E’ quindi profondamente sbagliato fermarsi ai dati superficiali, ragionare solo in termini di sintomi e non considerare la struttura di personalità sottostante, quanto l’esperienza interna dell’individuo.
Per usare una metafora medica sarebbe come fermarsi a ragionare della febbre e somministrare un antipiretico per eliminarla, senza considerare magari la bronchite sottostante.


Benessere psicologico

E' ormai presente alla consapevolezza di ognuno la necessità del ben-essere psicologico come base della salute individuale. Presa di coscienza sancita dalla stessa OMS nella definizione del concetto di salute come ‘stato di completo benessere fisico, psichico e sociale’ e non semplice assenza di malattia.
Non ci si rivolge quindi agli operatori del settore psicologico solo in presenza di una patologia ma anche in risposta ad un sano desiderio di conoscenza e crescita personale.
Quali quindi generalmente i motivi che in quest'ambito inducono alla richiesta di un confronto con un esperto? Rispondiamo parafrasando i sei punti che secondo Carol Ryff interagendo tra loro costituiscono il benessere psicologico: 1) per una migliore accettazione di sè; 2) per la crescita personale; 3) per essere aiutati a percepire meglio la sensazione del significato della propria vita; 4) per acquisire una migliore padronanza ambientale, ovvero una serie di competenze psicologiche finalizzate alla gestione dell' ambiente e delle opportunità; 5) per migliorare la capacità di autonomia, indipendenza e autodeterminazione; 6) per raggiungere una capacità relazionale positiva, soddisfacente, improntata a fiducia ed empatia.

Reazioni di stress e disturbi dell'adattamento

"Stress: concetto..che si riferisce a rilevanti stimoli interni ed esterni percepiti dal soggetto e per lui significativi (per esempio abbandono o perdita di familiari, cambiamento di lavoro, eccesso di stimolazioni sensoriali, ecc.). Quando tali stress sono percepiti soprattutto con significato di minaccia e perdita, suscitano emozioni (ansia, rabbia, dolore, depressione, colpa) che danno origine a comportamenti difensivi (lotta-fuga-immobibilità). (Giberti-Rossi)

La definizione di stress appena esposta, peraltro alla base della medicina psicosomatica, sottolinea la componente soggettiva, individuale, connessa alla reazione. E' evidente ad ognuno la diversa capacità soggettiva di tollerare eventi simili, evidenziando quanto la percezione e rilevanza personale degli stessi contribuisca a definirne la dolorosità e tollerabilità. E' quindi fondamentale la conoscenza della 'personalità di base' , sia per il clinico che per il soggetto interessato, al fine di ridurre o perlomeno alleviare la capacità destabilizzante degli eventi. Le reazioni infatti, qualora esagerate in intensità e durata, possono strutturarsi in veri Disturbi dell' Adattamento.
"Caratteristica fondamentale di un Disturbo dell' Adattamento è una risposta psicologica ad uno o più fattori stressanti identificabili che conducono allo sviluppo di sintomi emotivi o comportamentali clinicamente significativi... La rilevanza clinica della reazione è indicata dal notevole disagio, che va al di là di quella prevedibile in base alla natura del fattore stressante, o da una significativa compromissione del funzionamento sociale o lavorativo (scolastico)." ( DSM IV )

Ansia e attacchi di panico

"L'ansia, questo 'penoso sentimento di attesa' fenomeno normale allorchè insorge in occasioni di particolare gravità e pericolo per l'individuo (ansia reale), è da considerarsi patologica quando sia intensa e non corrisponda a situazioni realmente penose, pericolose o minacciose. L'ansia può essere occulta o latente, vissuta cioè solo interiormente senza evidenti estrinsecazioni mimico-somatiche e descritta come una sensazione di malessere interno, di inquietudine, di tensione interiore indefinita, oppure manifesta attraverso espressioni comportamentali, mimico-gesticolatorie e vegetative. (Giberti - Rossi)

L'ansia presente in molti quadri psicopatologici, può divenire talora talmente intensa da imporsi ed influenzare tutta l'attività psichica ed accompagnarsi a molteplici e fastidiosi sintomi somatici: 'nodo' alla gola o allo stomaco, cardiopalmo, tensione alle gambe, cefalea, 'fame d'aria', ipersudorazione, secchezza delle fauci, stipsi o diarrea etc. Può presentarsi 'libera' nei quadri ad esempio della ansia generalizzata, o 'legarsi' a situazioni e stimoli specifici come nelle fobie. Di particolare evidenza clinica e sociale, per il vissuto angoscioso che l'accompagna, è la sindrome di Attacco di Panico.
Attacco di Panico "Un periodo preciso di paura o disagio intensi, durante il quale quattro (o più) dei seguenti sintomi si sono sviluppati improvvisamente ed hanno raggiunto il picco nel giro di 10 minuti: 1) palpitazioni, cardiopalmo o tachicardia 2) sudorazione 3) tremori fini o a grandi scosse 4) dispnea o sensazione di soffocamento 5) sensazione di asfissia 6) dolore o fastidio al petto 7) nausea o disturbi addominali 8) sensazioni di sbandamento, di instabilità, di testa leggera o di svenimento 9) derealizzazione (sensazione di irraltà) o depersonalizzazione (essere distaccati da se stessi) 10) paura di perdere il controllo o di impazzire 11) paura di morire 12) parestesie (sensazioni di torpore o di formicolio) 13) brividi o vampate di calore ( DSM IV)
La frequenza e la gravità degli attacchi ha grande variabilità soggettiva, risultando comunque sempre estremamente penosi per il soggetto che li esperisce.
Quando gli attacchi di panico non sono dovuti agli effetti fisiologici di una sostanza (es.intossicazione da caffeina) o di una condizione medica (es. ipertiroidismo), si presentano con modalità ricorrente, inaspettati, non associati ad uno stimolo situazionale specifico; quando si instaura la paura di avere altri attacchi, la paura delle possibili conseguenze degli stessi si può parlare di un Disturbo di Panico. Nel caso in cui gli attacchi appaiano determinati da una situazione specifica o comunque sensibili ad essa, si associano piuttosto ad un Disturbo Fobico che costituire un quadro a se stante.

Depressione

La Depressione si caratterizza come uno stato di accentuata tristezza accompagnata da contenuti ideativi pessimistici, difficoltà o riduzione delle attività del pensiero e della energia volitiva generale, talvolta associate ad ansia e tensione.
Atteggiamenti mimici mogi, tristi, preoccupati, con inibizione psicomotoria, oppure inquietudine ed agitazione. Si associa a fenomeni vegetativi come disturbi dell'appetito, del sonno o della funzione riproduttiva. Prevalgono i sentimenti negativi e penosi quali colpa, rimorso, nostalgia, disperazione. Visione di se, del mondo e della vita negativa ed avvilita od odiosa ed irritata.
Caratteristica l'incapacità di progettazione del futuro.
Da tenere presente inoltre l'esistenza di forme latenti o mascherate da altri sintomi, dove i soggetti possono non apparire tristi o particolarmente abbattuti e la loro sintomatologia non arrivare ad evidenza clinica.
Le differenze osservabili nella profondità ed intensità dei sintomi vanno ricercati sia nella natura della sindrome depressiva che nelle caratteristiche della personalità.

Disturbi dell'alimentazione

I Disturbi della Alimentazione sono caratterizzati dalla presenza di grossolane alterazioni del comportamento alimentare" rappresentate dai due tipici eccessi dell'anoressia e della bulimia.
"Caratteristico della Anoressia Nervosa è il rifiuto di mantenere il peso corporeo al di sopra del peso minimo normale.
La Bulimia Nervosa è caratterizzata da ricorrenti episodi di 'abbuffate' seguiti dalla adozione di mezzi inappropriati per controllare il peso, come il vomito autoindotto, l'uso di lassativi, diuretici o altri farmaci; il digiuno o l'attività fisica praticata in maniera eccessiva.
Caratteristica essenziale comune ad entrambi i disturbi (...) è la presenza di una alterata percezione del peso e della propria immagine corporea.

Abuso di sostanze - dipendenza da sostanze - nuove dipendenze

"La caratteristica essenziale dell' Abuso di Sostanze è una modalità patologica d'uso di una sostanza, dimostrata da ricorrenti e significative conseguenze avverse correlate all'uso ripetuto della stessa.. Diversamente dai criteri per la Dipendenza da Sostanze, i criteri per l'Abuso di Sostanze non includono tolleranza, astinenza o una modalità d'uso compulsivo, e invece includono le conseguenze dannose dell'uso ripetuto." ( DSM IV )
La diagnosi di Abuso di Sostanza precede spesso lo sviluppo di una vera e propria Dipendenza qualora la situazione venga ulteriormente complicata (ad esempio nell’abuso di sostanze od alcool) dai risvolti fisiologici della tolleranza ed astinenza.

"La manifestazione essenziale della Dipendenza da Sostanze è un gruppo di sintomi cognitivi, comportamentali e fisiologici indicativi che il soggetto continua a fare uso della sostanza nonostante la presenza di problemi significativi correlati alla sostanza.Vi è una modalità di autosomministrazione reiterata, che usualmente risulta in tolleranza, astinenza e comportamento compulsivo di assunzione della sostanza di abuso."
"La tolleranza corrisponde al bisogno di quantità notevolmente più elevata della sostanza per raggiungere l' intossicazione (o l'effetto desiderato), o a un effetto notevolmente diminuito con l'uso continuativo della stessa quantità di sostanza."
"L' astinenza è una modificazione patologica del comportamento, con eventi fisiologici e cognitivi concomitanti, che si verifica quando le concentrazioni ematiche o tissutali di una sostanza declinano in un soggetto che ha fatto un uso prolungato pesante della stessa." ( DSM IV )
Con il termine nuove dipendenze o dipendenze senza sostanza, si intende porre attenzione alle modalità sempre mutevoli nelle quali si esprime il disturbo di Dipendenza: da internet, cellulare, videogiochi, gioco d'azzardo, shopping compulsivo, sessualità, etc. Tante infatti sono e saranno sempre le possibilità di dipendenza, quante sono e saranno le possibilità offerte dalla realtà sociale. Ciò che unifica questi disturbi è la disposizione psicopatologica alla dipendenza ovvero la modalità compulsiva di fruizione.
Il metodo
La psicoterapia individuale ad indirizzo analitico mantiene la distinzione tra una prima fase di analisi ed una seconda di terapia.
Le due fasi si svolgono sia su base cognitiva che affettiva, soprattutto attraverso la specularità con il terapeuta.
Le sedute si svolgono vis-a-vis.
Obiettivo della terapia non è esclusivamente la risoluzione degli eventuali sintomi lamentati ma il raggiungimento di un più saldo e soddisfacente equilibrio personale.

Condizioni basilari per una Psicoterapia

La concreta possibilità di effettuare un percorso psicoterapico viene comunque sempre valutata attraverso una serie di colloqui clinici e sovente la somministrazione di test (MMPI, Reattivi Grafici, Rorschach).
Solo dopo eventuale valutazione positiva del terapeuta si pone seguito alla intenzione espressa dalla persona.